Dopo l’amara sorpresa del DPCM del 3 novembre, che aveva
escluso i centri estetici dalle attività di servizi alla persona consentite
nelle zone “rosse”, gli estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte
chiedono che, nell’ambito dei prossimi provvedimenti governativi,
non si ripeta lo stesso clamoroso errore, segnalato ripetutamente da
Confartigianato e che ancora sta facendo sentire i suoi effetti con la pesante
penalizzazione subita dai centri estetici nei tanti giorni “rossi” del periodo
natalizio durante il quale ci si dedica con più attenzione alla cura della persona.
“Questa ingiustificata discriminazione –
dichiara la Presidente Estetisti di Confartigianato Piemonte, Stefania
Baiolini – ci danneggia e ci mortifica. Oltre a colpire
economicamente le nostre imprese, mette a rischio la salute dei nostri clienti,
bersagliati dalle offerte degli operatori abusivi che, in quanto tali, non
subiscono alcuna restrizione. Ritengo profondamente ingiusto il trattamento
riservato ad una categoria che ha sempre applicato le regole con la massima
diligenza ed ha rispettato, in questo periodo di emergenza sanitaria, tutte le
misure previste per offrire ai propri clienti le migliori garanzie di sicurezza”.
Nell’ambito delle attività di servizi alla persona, così
come è stata giustamente ritenuta essenziale l’attività di acconciatura,
parimenti dovrebbe essere considerata quella di cura del corpo, e
Confartigianato ha chiesto di conoscere la ragione che ha motivato la scelta di
costringere alla chiusura le imprese di estetica: “Non ci hanno mai fornito spiegazioni
– aggiunge Baiolini
– esistono
dati dai quali emerge un significativo numero di contagi nei nostri centri? Se
ci sono, li rendano noti, altrimenti rivedano questa posizione già dal prossimo
DPCM”.
Ma anche altre limitazioni hanno colpito tutte le attività
del benessere che si sono viste private della possibilità di ricevere i propri
clienti residenti in comuni diversi e che hanno dovuto subire le più svariate
interpretazioni del locali Organismi di controllo a fronte della chiusura nei
week end delle attività nei centri commerciali.
“Non c’è stata chiarezza – sottolinea Enrico Frea,
Presidente del settore Acconciatori di Confartigianato Imprese Piemonte – la confusione
ingenerata da queste misure ha danneggiato anche gli acconciatori, nonostante
la nostra attività fosse rientrata nell’allegato 24 al DPCM del 3 novembre. Noi
non siamo esercizi commerciali e pertanto deve essere chiarito che non
rientriamo nelle attività soggette a chiusura nell’ambito dei centri
commerciali. Così come deve essere reso esplicito che è sempre possibile lo
spostamento tra Comuni per raggiungere il proprio acconciatore/estetista di
fiducia. Noi non vendiamo merce, i nostri servizi sono personalizzati e
fiduciari, non si affida il proprio corpo a chiunque”.
L’appello di Confartigianato Imprese al Governo è dunque
quello di accogliere le istanze del settore Benessere ripristinando,
nell’ambito dei prossimi provvedimenti, una situazione che consenta alle
imprese regolari di operare con serenità, nell’osservanza delle regole a tutela
della salute dei cittadini, dell’economia del settore e dello stesso Paese.
Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di
Confartigianato Imprese, in questi settori in Piemonte si registrano 12.137
imprese artigiane del settore dei servizi di acconciatura e altri trattamenti
estetici, che offrono servizi di acconciatura, manicure, pedicure e trattamenti
estetici grazie anche ai circa 22mila addetti.
Redazione di Vercelli