Non c’è alcuna auto pirata coinvolta nell’incidente mortale di sabato mattina sulla strada provinciale tra Cuneo e Morozzo dove ha perso la vita il ciclista 52enne Massimo Cadoni di Busca, investito da un furgone. Raggiunta al telefono la comandante della Polizia Municipale Stefania Bosio smentisce categoricamente la notizia trapelata su alcune testate cuneesi secondo cui un’auto di colore azzurro blu, fuggita ad alta velocità, sarebbe all’origine dello schianto. “Stiamo cercando l’autista di quell’auto esclusivamente in qualità di testimone – dichiara la comandante – non è affatto responsabile dell’incidente”.
La Procura della Repubblica di Cuneo ha aperto un’indagine per cercare di chiarire la dinamica. L’incidente è avvenuto sabato 21 gennaio intorno alle 10,45 all’altezza del bivio per Tetti Pesio. Un gruppo di macchine in colonna stava avanzando verso Morozzo. Al lato della strada quattro ciclisti. Quando la prima macchina ha frenato, rallentando tutte le altre, il primo ciclista della comitiva ha frenato improvvisamente a sua volta e Massimo Cadoni ha sterzato a sinistra, invadendo parte della corsia opposta. Impossibile per il furgone, che stava sopraggiungendo, evitare l’uomo in sella alla bici. Violento l’impatto e gravissime da subito le condizioni del 52enne che infatti è morto 5 ore dopo all’ospedale Santa Croce di Cuneo dov’era stato trasportato d’urgenza da un’ambulanza del 118.
La salma di Cadoni è stata composta nella camera mortuaria del nosocomio cuneese in attesa del nullaosta del magistrato per i funerali.