( guido gabotto ) - Quante
cose ha ancora da dire, oggi, a noi tutti, San Giuseppe; questo uomo “giusto”,
questo papà, questo padre di famiglia.
Poche
cose può dirci con le parole.
Gli
Evangelisti non gliene fanno dire una, di parola; nemmeno San Luca, quando ci
parla del ritrovamento di Gesù tra i “dottori”.
Lui
e Maria lo cercano per giorni, ma, quando lo trovano, lascia che sia la Mamma a parlare: «Figlio,
perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
Così veniamo a sapere
che è proprio la Madonna, la prima persona a chiamare Giuseppe in questo modo:
padre.
E, se lo dice lei, c’è
da crederle.
***
Dunque, chi è il padre?
Cos’è la famiglia?
Giuseppe e Maria hanno
sempre avuto molto da dire agli uomini ed alle donne di ogni tempo: sono sempre
stati ascoltati?
Noi, siamo capaci di
ascoltarli?
***
Guardiamo quella
famigliola.
E
proviamo ad immaginarla senza nomi, soprattutto, senza “quei” nomi.
Sono
due persone che riescono a restare insieme, superando un momento di rottura.
Lei
rimane incinta non si sa di chi, quand’è promessa sposa di lui.
Ma,
prima ancora che l’angelo gli rivelasse l’origine di quel concepimento, lui sa
già che deve proteggerla dallo spirito del tempo.
Decide
di mettersi contro tutto e tutti per non esporla allo scandalo.
Anche
se lo fa “in segreto”: del resto, o si fa così, o non si ottiene il risultato.
Non
l’avrebbe salvata dalla lapidazione con i proclami.
Perché,
in quel tempo, l’adultera era lapidata e non se ne parlava più.
Quella
era la legge.
Però,
c’era un problema: i due si amavano; Giuseppe l’amava.
E, così,
non ci pensa un minuto.
Non
fa, ad esempio, come Ioiachim, di cui si parla nel Libro di Daniele, episodio
di Susanna.
Susanna,
per di più, accusata ingiustamente di adulterio da due luridi “vecchioni”.
Susanna
lo ama e lui sta lì, non si oppone al processo sommario, alle convenzioni, fa il pesce in barile: se fosse per lui, la lascerebbe
lapidare.
***
Da
che parte bisogna stare, lo diche chiaramente il Vangelo di Matteo: ”Giuseppe,
suo sposo, che era giusto”.
Giuseppe
era giusto.
Sappiamo
cosa questo voglia dire, ancora oggi, quando si parla, ad esempio, del
“Giardino dei Giusti” in Israele.
Si
parla di persone dalla moralità esemplare che si distinguono in atti di amore
eroico, a beneficio dell’umanità.
Ma
la legge non diceva un’altra cosa?
Non
prescriveva la lapidazione?
Come
si può essere “giusti” quando, deliberatamente, si viola la legge del tempo e
degli uomini?
E’
una domanda che Giuseppe affida, da sempre, al cuore ed alla mente di uomini e
donne di ogni tempo.
Lui
ha deciso così e poi – ma solo dopo che lui aveva già deciso, aveva lasciato
che fosse il suo cuore, che fosse l’amore, a dirigere i suoi passi – è
arrivato un angelo a dirgli che era tutto a posto, che non stesse a
preoccuparsi.
Sappiamo
come andarono le cose.
***
(Matteo, 1,20)
- “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa,
perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”.
Secondo il giudizio
degli uomini, secondo le convenzioni del tempo, non c’è molto di corretto in
quella coppia che non si rassegna, né consegna alla legge.
Quella famiglia allo
stato nascente mette al centro l’amore, la carità.
Ed anche questa è una
cosa che Giuseppe e Maria dicono e ripetono da millenni: non c’è famiglia senza
amore, ma è altresì vero che, se c’è l’amore, il modo per costituire una unione
che assicuri la possibilità di costruire il microcosmo fondamentale della
società, si trova.
Poi, la conferma: quel
figlio viene da Dio.
Ed è vero.
Come non è meno vero – a
noi pare – che non ci sia bambino che non sia voluto da Dio.
Anche quando non è
voluto da noi.
Allora è tutto
semplice?
Non sempre.
Giuseppe, con il suo esempio,
è lì a dirci che l’amore sia più forte delle convenzioni, che il disegno di Dio
debba essere sempre accettato ed attuato, anche se non è quello che noi avremmo
immaginato.
Dio non perde l’abitudine
di fare un po’ come gli pare, anche senza chiedere prima il nostro parere.
***
Dunque, una famiglia
che – ancora oggi – qualcuno avrebbe definito “irregolare”, riceve il
dono di una gravidanza imprevista, che tanti avrebbero considerato
indesiderata.
***
Come verrà su quel
ragazzo, con un padre che non è il suo padre naturale?
Si può essere padre
senza essere padre biologico, in una famiglia irregolare?
Si può essere utili
alla crescita di una persona umana, accudita in una unione familiare che non
abbia altro certificato di regolarità, di "conformità", se non quello dell’amore tra due persone?
***
Chi è Giuseppe?
Non è il padre
biologico del bambino.
Ma quel bambino può
venire alla luce, crescere, ricevere un’educazione in una ambiente dove regna l’amore,
grazie a lui.
Maria non ha generato
con lui quel così unico Figlio, ma lui se ne prende cura.
In modo serio,
credibile, con una dedizione che gli fa affrontare disagi e persino avventurose
trasferte in Egitto.
***
Insomma, Giuseppe si fa
in quattro per la sua famiglia.
Perché lo fa?
Perché obbedisce alla
legge dell’amore.
***
Chi è Giuseppe?
La risposta, come
abbiamo visto, la dà Maria: ”tuo padre ed io ti cercavamo”.
Maria
sembra dire agli uomini ed alle donne di ogni tempo che il nome di papà, di
padre di famiglia, si può portare quando ci sono amore e dedizione.
Tutti coloro che sono capaci di amore e dedizione devono poter sperare di non essere esclusi dal dono
incommensurabile di sentirsi salutare, in una mattina come questa, con le parole: ”Buona
festa del papà”.